domenica 3 maggio 2020

Husserl

 HUSSERL E IL PENSIERO DELLA CRISI


- La formazione e l'elaborazione della fenomenologia

Edmund Husserl - WikiquoteEdmund Husserl nasce il 1859 a Prossnitz (attuale Repubblica Ceca) da una famiglia ebrea benestante. Portato per la matematica, si laurea in questa materia nel 1883. Successivamente si orienta verso gli studi filosofici, influenzazo in questo dalla personalità di Franz Brentano (docente di filosofia all'Università di Vienna e professore di Husserl). Si dedica all'insegnamento presso varie università tra cui quelle di Gottinga e Friburgo, dove conosce Heidegger. A seguito dell'avvento del nazismo, viene destituito da tutte le cariche e privato della cittadinanza tedesca. Muore a Friburgo nel 1938. Tutta la sua vita viene dedicata allo studio, alla ricerca dell'ideale della chiarezza. In quegli anni si sviluppa il movimento fenomenologico, di cui Husserl é il fondatore ed il maggior rappresentante. 
La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale ...La sua ultima opera " La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale" è forse quella che meglio spiega il suo pensiero: la civiltà europea, devastata dal processo di disumanizzazione di cui Hitler è l'espressione finale, potrà risollevarsi solo se riuscirà a recuperare il fondamento umano dei propri valori. Nel suo lavoro egli non mette in discussione il valore delle conoscenze specifiche conseguite nelle singole discipline, ma il senso e la validità delle conoscenze scientifiche per l'esistenza umana. La scienza ha portato alla riduzione della realtà ai soli parametri fisico-matematici, è diventata una scienza dei fatti che prescinde da qualunque riferimento al soggetto e che esclude tutti i problemi relativi all'esistenza. Il mondo è considerato come "cosa" e questo principio viene applicato anche alle "scienze dello spirito" (psicologia, antropologia e storia) che riducono l'uomo ad "oggetto" di indagine da studiare dal "di fuori".

- La matematizzazione del mondo

Husserl ritiene che, alla base di questo processo, ci sia il pensiero del matematico e fisico Galileo Galilei che ha interpretato la natura nell'ottica matematica, considerando secondarie le qualità soggettive (colore, sapore ecc.) per privilegiare tutto quello che è riconducibile a numeri e proporzioni. Questa ottica ha provocato una spaccatura tra "fisico" e " psichico". Il mondo pertanto non offre più risposte ai bisogni e problemi fondamentali dell'uomo. 
Husserl
                                                                                              Allievo di Brentano
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- L'epoché fenomenologica

Husserl elabora quindi un metodo per rendere accessibile all'uomo la dimensione originaria dalla quale si può partire per costruire le forme di conoscenza che danno senso al mondo. Questo metodo viene definito "fenomenologico" in quanto consente di osservare i fenomeni così come percepiti inizialmente dalla coscienza (senza le costruzioni concettuali che li soffocano) per arrivare ad una esperienza autentica e veritiera. Viene sospeso il giudizio sul mondo e viene applicata quella che gli scettici chiamavano "epoché". 
Epochè
                                                                                      Allo stesso modo le verità ce...
Gli scettici però mettevano in discussione l'esistenza stessa del mondo mentre Hussel vuole sospendere le certezze della scienza e l'atteggiamento naturale dell'uomo che considera il mondo come una realtà giá data e precostituita. Egli non vuole mettere in dubbio la realtà, ma mostrare che le cose non hanno senso se non in riferimento al soggetto. L'epoché rappresenta secondo Hussel una "relazione", una connessione inscindibile tra soggetto ed oggetto. Quello che intende per coscienza non è un soggetto metafisico e nemmeno un soggetto trascendentale, ma un principio operativo, un insieme di atti che si rivolgono all'oggetto che, in relazione ad essi, si rivela mostrando i vari livelli di significato. Questa caratteristica generale e fondamentale della coscienza viene definita da Husserl "intenzionalità" ed indica come la coscienza non è mai statica, chiusa in se stessa ma è coscienza di qualche cosa cioé volta ad un oggetto. La coscienza è una corrente di esperienze vissute in cui si ha una correlazione tra un polo soggettivo "noési" (atti di coscienza come il pensare, l'immaginare o il desiderare) e un polo oggettivo "noèma" (cioè come le cose appaiono, il percepito, l'immaginato o il desiderato).
Intenzionalità come caratteristica fondamentale della coscienza


Ogni esperienza cosciente                       Coscienz...
- Il processo di costituzione del senso delle cose

L'intenzionalità della coscienza è il livello che precede ogni concettualizzazione e categorizzazione ed é anteriore ad una separazione di soggetto ed oggetto. Nella dimensione dell'intenzionalità le cose esistono in quanto appaiono all'uomo. si presentano nei vari aspetti in relazione agli atti con cui la coscienza le "intenziona" cioé si rivolge ad esse come fosse la prima volta. Quindi l'oggetto non é mai qualcosa in sè, distinto dai fenomeni e questi si presentano come l'insieme dei modi d'essere degli oggetti in relazione ai vissuti soggettivi. Husserl definisce il "processo di costituzione" delle cose come un venire alla luce delle stesse nello svolgersi del rapporto intenzionale, cioé l'emergere del senso del mondo all'interno della relazione originaria tra soggetto ed oggetto (il vissuto) e ne precede la loro astratta separazione. La costituzione avviene attraverso vari gradi che il fenomenologo descrive mettendo in luce le molte stratificazioni e direzioni di significato. Un esempio di tale indagine è il castello di Berlino. Hussel lo definisce un edificio bello che è al di fuori di lui. Grazie all'epochè esso non è semplicemente qualcosa di dato, ma con la rappresentazione diventa una parte dello "stato d'animo". Cioè esprimere un giudizio sul castello o volerlo visitare rappresentano gli autentici ed orginari vissuti. Il castello é si percepito ma anche fantasticato, rappresentato con immagini e giudicato. L'oggetto è sempre lì ma non è la sua nuda "oggettività" che ha significato ma lo ha in quanto diventa contenuto dell'esperienza vissuta cioé noèma (oggetto mentale percepito, immaginato, apprezzato...) correlato alla noési (l'atto intenzionale del percepire, immaginare, apprezzare....). In ogni noèma c'è sempre lo stesso castello ma si presenta da diversi punti di vista. 
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- Il processo di costituzione del soggetto

Se l'oggetto é sempre lo stesso è l'intenzionalità del soggetto che varia e costituisce il fondamento dei diversi significati che la cosa può assumere. L'oggetto quindi appare sotto varie prospettive e rivela una stratificazione mai definita di livelli di esistenza e di valore. L'unificazione di queste diverse prospettive è fatta dalla coscienza che Husserl definisce trascendentale. Per Husserl non solo le cose non hanno senso se intese come realtá a sè, ma anche il soggetto è qualcosa che richiede un processo di costituzione. Il soggetto non é un'entità già formata ma è il risultato di una sintesi cioé dell'unione di tutte le funzioni che emergono dall'esperienza intenzionale nella relazione tra soggetto ed oggetto.  Emergono così le diverse stratificazioni di senso delle cose ed i vari livelli di esistenza dell'io, a partire dalla sua funzione logica (io puro, polo soggettivo da cui partono gli atti intenzionali) all'io psicologico e corporeo (la comprensione stessa del soggetto).

- La fenomenologia come scienza "eidetica" 

La fenomenologia sposta lo sguardo dal mondo, come dato oggettivo, al mondo come fenomeno per la coscienza. Husserl definisce la fenomenologia come una scienza descrittiva dell'essenza , una scienza "eidetica" perchè in grado non solo di cogliere i fatti e gli eventi particolari ma anche le strutture essenziali dell'esperienza. La coscienza, essendo intenzionalità, tende a relazionarsi con gli oggetti ad essa esterni, a percepirli, a conoscerli e ad intenzionarli in vari modi. La conoscenza inizia a partire dall'esperienza delle cose del mondo che sono qui ed ora. E' un mondo costantemente disponibile di cui la persona fa parte ed in cui le cose si presentano come oggetti di uso (un libro, un tavolo ecc.). Questo vale anche per gli uomini e gli animali che ci circondano, sono tutti fatti ed oggetti. Quando questi si presentano alla coscienza del singolo, quando ne viene sospeso il significato abituale e precostituito (cioè esercito la epochè fenomenologica ed opero la riduzione eidetica del mondo) si coglie anche un'essenza, cioè sostituisco alla percezione dei fatti particolari la visione o intuizione di forme generali. Ad esempio guardando un gruppo di oggetti tutti assieme ne colgo le specifiche qualità che li individuano permettendomi di distinguerli uno dall'altro e di definirli come sedie, tavoli, piante. L'essenza è ciò che caratterizza l'essere proprio di una cosa, un valore o una persona.
Intuizione delle essenze

                         A partire dall'epoché si può risalire dai fenomeni puri alle forme di c...

- Le evidenze originarie della realtà

La conoscenza dell'essenza delle cose viene definita da Husserl "intuizione eidetica"perchè avviene per una diretta intuizione dell'universale, cioè l'intuizione di ciò che fa sì che qualcosa sia quello e non altro: ad esempio che l'oggetto percepito sia una sedia e non un tavolo. L'intuizione eidetica riguarda tutti gli aspetti dell'esperienza umana a partire da quelli percettivi fino alla dimensione dei valori di cui si individuano presupposti comuni e universali. La fenomenologia rappresenta la possibilità di ricominciare dall'inizio e di vedere come le cose del mondo si costituiscono nei loro molteplici livelli di esistenza e questo significa riappropriarsi di un senso che l'uomo aveva smarrito.

- Il mondo della vita e il rapporto con gli altri

Husserl introduce anche il concetto di "mondo della vita" che rappresenta il modo per superare la crisi della cultura occidentale. Il mondo della vita è il mondo così come lo sperimentiamo, prima ed indipendentemente dalle categorie e dai concetti della scienza: la dimensione delle emozioni, dei bisogni, degli scopi e del vissuto.

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domenica 29 marzo 2020

Bergson

BERGSON E L'ESSENZA DEL TEMPO

- La denuncia dei limiti della scienza

Henri Bergson - Wikipedia
Henri Bergson nasce a  Parigi nel 1859 e si laurea alla "Scuola normale" in filosofia e matematica. Nel 1881 inizia ad insegnare presso il liceo di Angers e due anni dopo presso il liceo Blaise Pascal  di Clermont-Ferrand, dove rimane fino al 1889. Torna successivamente a Parigi e nel 1900 insegna al College de France. Non verrà mai chiamato ad insegnare alla Sorbona a causa dell'ostilità degli accademici pià tradizionalisti. Nel 1928 riceve il Nobel per la letteratura. Muore a Parigi nel 1941 durante l'occupazione nazista della Francia. 
Henri Bergson è considerato, da molti studiosi, un maestro del pensiero ed il suo influsso é ancor oggi rintracciabile nella cultura francese. Egli intendeva sottolineare gli aspetti che la visione positivistica della scienza aveva trascurato. Il primo elemento che la scienza non riesce a spiegare é il tempo. La scienza non riesce a comprendere la continuità ed il movimento vero e reale della vita. Questo è un limite intrinseco, in quanto la scienza opera con processi che semplificano la realtà concreta. Predispone il suo oggetto di studio in modo da immobilizzarlo e ridurlo in parti facimente classificabili. Secondo Bergson bisogna recuperare l'importanza della filosofia e dell'intelligenza intuitiva (che quindi non si basa sul calcolo) in grado di cogliere da dentro la dinamica del reale.

- L'analisi del concetto di tempo

Il pensiero di Bergson si sviluppa dal concetto di tempo elaborato dalla fisica. Il tempo per la scienza è privo di durata, cioé esattamente la caratteristica che lo definisce. Il tempo visto dalla scienza é un tempo spazializzato, una successione misurabile ed uguale di istanti che possiamo raffigurare come una linea retta costituita da una serie infinita di punti tutti uguali. Questa immagine del tempo é quella fornita dall'orologio e ci da la rappresentazione dell'istante con la posizione delle lancette, ma non conserva nulla del tempo trascorso. Certamente questo concetto di tempo è utile in quanto, essendo misurabile, ci consente di organizzare la vita sociale (ad esempio se non esistesse questo concetto di tempo  non sapremmo quando prendere un treno e regnerebbe il caos). Secondo Bergson però questo non è il solo tempo che esiste. A fianco del tempo della scienza esiste il tempo della coscienza. Questo tempo non è fatto di singoli istanti ma di un flusso continuo di stati di coscienza dove passato, presente e futuro si fondono. Il tempo della coscienza è dato dal confluire del passato nel presente (grazie alla memoria) e del presente nel futuro attraverso l'anticipazione (cioè la progettualità). Così tutte le misure del tempo vengono a perdere significato. 

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- Il tempo interiore e i suoi caratteri

Il tempo interiore presenta varie caratteristiche:
    Storia della Filosofia - Bergson - La Spiga Edizioni
  • é il tempo della durata: cioè il tempo che dura, il passato che é presente (ciò che non é più, ció che è ancora e forse ciò che sará);
  • è il tempo della vita: cioè delle cose che hanno significato particolare per ciascuno di noi e che appartengono alla vita vissuta;
  • é il tempo qualitativo: perchè non é possibile misurarlo ed ha senso solo per il ricordo che suscita in noi;
  • è un flusso continuo: che non può essere suddiviso in parti come gli istanti che sono separati l'uno dall'altro sul quadrante dell'orologio.
- L'ampliamento del concetto di memoria

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La coscienza si identifica con la memoria, ma per Bergson la memoria viene intesa in senso più ampio. Nell'opera "Materia e memoria"egli identifica tre aspetti:
  • il ricordo puro o memoria pura: è la coscienza stessa, la conservazione dell'esperienza vissuta. E´il deposito di tutti i ricordi passati, registra automaticamente tutto ciò che viviamo in modo inconsapevole e ci accompagna in ogni  momento senza che ce ne accorgiamo;
  • il ricordo-immagine: è il modo in cui il nostro passato si concretizza facendosi (in parte, con frammenti) presente qui ed ora. E`una piccola porzione della memoria complessiva. Il suo materializzarsi avviene ad opera del cervello per uno scopo. Per Bergson la "coscienza", pur essendo memoria non è sempre ricordo, cioè non é sempre attualizzata. E' una dimensione più ampia, un fatto fisiologico e questo fa si che il materializzarsi del ricordo-immagine più essere soggetto ad alterazioni e disturbi dovuti ad esempio a lesioni celebrali. A tal proposito Bergson da una sua interpretazione delle malattie che alterano il ricordo. Egli afferma che le malattie colpiscono solo il ricordo-immagine cioé la memoria di superficie, non il ricordo puro. Quello che si perde è la capacità del cervello di fare da filtro tra il "materiale" in esso contenuto. Secondo Bergson il nostro passato non si perde mai, è sempre disponibile anche se in modo inconscio;
  • la percezione: è la facoltà che ci lega al mondo esterno e seleziona i dati che ci sono più utili ai fini della vita concreta. Rientra nelle attività del corpo che limitano la coscienza (per Bergson il corpo ha per funzione essenziale quella di limitare, in vista dell'azione, la vita dello spirito). Memoria e percezione rappresentano i due opposti: lo spirito ed il corpo. Il primo comprende tutta la vita vissuta, il secondo si concentra sul presente e sulle necessitá pratiche, portando allo scoperto solo parte della vita vissuta. Per questo una percezione isolata come un suono, un odore, un'immagine, può far riaffiorare il ricordo (cioè l'emergere della memoria profonda, sommersa sotto il livello consapevole). Questa teoria richiama quella dell'inconscio di Freud.
Bergson


- Lo slancio vitale e l'evoluzione creatrice


L'evoluzione creatrice (estratti). traduzione, introduzione e note ...Nell' "Evoluzione creatrice" del 1907 Bergson definisce il concetto di superamento della separazione tra materia e spirito ed approfondisce l'idea della continuità tra la vita biologica e la coscienza. In entrambe scorre incessante un'unica forza vitale. La vita, per Bergson, non procede per aggregazioni di elementi materiali (come una costruzione, un mattone dietro l'altro). Si origina da un unico impulso iniziale (slancio vitale) , un'energia che crea di continuo ed in modo imprevedibile una grande varietá di forme. Non è scomponibile ne reversibile ed implica la conservazione integrale del passato. E' un impulso che trabocca nel mondo. Si espande nell'universo, irradiandosi in ogni direzione, ma con intensità variabile e questo spiega la differenziazione degli esseri e delle specie (soprattutto tra mondo animale e vegetale). Sono due ramificazioni dell'unica vita che sorregge la realtà. La vita é creatività libera ed imprevedibile. Bergson paragona la vita dell'universo all'esplosione di un proiettile in mille pezzi che a loro volta si dividono in mille pezzi: ognuno di noi è uno di questi frammenti. Potevamo essere qualcosa di diverso ma la contingenza ha fatto in modo che fossimo così: non per necessità ma per la grandiosa libertà dell'energia vitale. Bergson vuole dimostrare come l'evoluzione non implica alcuna realtá precostituita, ma é una realtà in movimento che si genera da se stessa, espandendosi e modificandosi in continuazione. Egli la definisce "evoluzione creatrice". Grazie a questo concetto si supera la divisione tradizionale tra materia (passiva) e spirito (attivo). La realtà è, per Bergson, sempre unica, all'origine abbiamo l'energia vitale (spirituale) che nel momento in cui esaurisce la sua forza, tende a manifestarsi come materia. La materia non è qualcosa di esterno che ostacola lo sviluppo, ma é l'esito dell'estinguersi dello slancio.

- La questione della conoscenza

Se la realtà è caratterizzata da uno slancio vitale continuo ed unitario, perchè nella nostra esperienza conoscitiva tendiamo a "spazializzare" la realtà (come ad esempio nel caso del tempo che viene frammentato in segmenti separati)? Bergson sostiene che la conoscenza umana può essere di due tipi:

  • possiamo conoscere un oggetto dall'esterno, descrivendo i singoli caratteri ed utilizzando simboli per rappresentarli. Facciamo un'analisi dell'oggetto per poi ricomporne sinteticamente i diversi aspetti. Questo modo di operare è proprio dell'intelligenza, che isola ed irrigidisce gli elementi della realtà, dando un'immagine "razionale" ma sicuramente parziale ed astratta. Questa conoscenza è volta alla risoluzione dei problemi concreti, ma non ha valore dal punto di vista teoretico (solo pratico).
  • possiamo conoscere l'oggetto tramite l'intuizione (con un'azione simpatetica), rinunciando ad ogni rappresentazione parziale o simbolica di esso. L'oggetto non è scomposto od analizzato ma viene visto immediatamente nella sua totalità. Questa forma di conoscenza è quella che consente una comprensione piena della vita e della coscienza perché ne rispetta l'integrità.
- La contrapposizione fra metafisica e scienza

L'arte e la metafisica fanno ricorso all'intuizione (che Bergson definisce scienza assoluta del reale). Secondo Bergson le critiche rivolte da empiristi e razionalisti alla metafisica (che consideravano come una dimensione illusoria perché al di là dell'esperienza possibile dell'uomo) sono dovute al fatto che si è tentato di penetrare l'oggetto metafisico con l'intelligenza che in questo campo non è adeguata. La contrapposizione tra intuizione ed intelligenza, metafisica e scienza non vuol condurre ad una svalutazione di quest'ultima perchè è un metodo di conoscenza fondamentale. Importante è non pretendere di estendere le categorie della scienza al di là del loro ambito trasferendole dal piano operativo, tipico della scienza, a quello teoretico tipico dell'intuizione. Questo può essere difficile per l'uomo, abituato ad affrontare con l'intelligenza problemi di ordine pratico. Bisogna, secondo Berger rinuciare alla concettualizzazione (perchè i concetti sono simboli usati per rappresentare frammenti della realtà che abbiamo "preso" dal flusso vitale tramite l'analsi concettuale) e alle parole (cioè i segni fonetici con cui comunichiamo). Il filosofo per comunicare le sue intuizioni deve diventare un indicatore di percorsi utilizzando immagini e metafore. Proprio per la ricchezza delle sue opere Bergson vinse il premio Nobel.

Bergson
- La morale e la religione

Nella sua ultima opera "Le due fonti della morale e della religione" Bergson identifica due tipi  organizzazione sociale:
Le due Fonti della Morale e della Religione - Henri Bergson ...
  • società chiusa: è quella autoritaria in cui regna la morale dell'obbligazione che spinge l'uomo ad identificarsi con il gruppo sociale e ad accettare i suoi rigidi valori. Prevalgono le esigenze di coesione sociale, di conformismo e la paura del cambiamento;
  • societá aperta: fondata sulla "morale assoluta" che valorizza la libertà e la creatività degli individui; l'obbiettivo è lo sviluppo di  nuove modalità di convivenza e di collaborazione volte al progresso sociale.
A queste due forme di morale corrispondono due atteggiamenti religiosi:
  • religione statica: si serve di miti e superstizioni per proteggere l'uomo dalle sue paure (morte, insuccessi ecc.)
  • religione dinamica: si manifesta nella vita dei mistici ed é rara. Consiste nella partecipazione, grazie all'amore, allo slancio creatore della vita e nell'unificazione con Dio.
Se identifichiamo lo slancio creatore con Dio e Dio con l'amore, Bergson vede nella mistica l'unico rimedio ai mali morali e sociali. 




giovedì 19 marzo 2020

Freud

SIGMUND FREUD 

- La vita 


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Sigmund Freud, fondatore della psicanalisi, nasce a Freiberg nel 1856. Nel 1860 la sua famiglia si  trasferiscea Vienna a causa di guai finanziari. Nel 1881 si laurea in medicina ed inizia il tirocinio. Nel 1882 incontra Martha Bernays che diventerà sua moglie con la quale avrà sei figli. Svolge la sua attività nel reparto malattie nervose. Ottiene una borsa di studio per recarsi a Parigi presso il dott. Charcot con il quale stringe amicizia. Al rientro a Vienna nel 1886 si sposa ed apre uno studio privato per la cura delle malattie nervose. Gli ultimi anni della vita li trascorre tra i dolori a causa di un tumore alla mascella che lo costringe a subire una serie di interventi chirurgici. A causa dell'avvento del nazismo scappa a Parigi e successivamente a Vienna dove muore il 23 settembre 1939.

- La formazione

La psicanalisi nasce in un rapporto di continuità e discontinuità rispetto alla psichiatria. La psichiatria del tempo riteneva che la sofferenza mentale dipendesse da una patologia organica che ne era la causa. Sarà la psicanalisi a smentire questa tesi. Freud frequenta a Vienna sia il liceo che la facoltà di medicina. Egli è attratto dalle tesi di Darwin  e dalle scienze naturali e segue parallelamente corsi di filosofia, si dedica alla dissezione anatomica, studia fisiologia e zoologia. Dopo la laurea inizia ad esercitare nel reparto di malattie nervose dell'ospedale di Vienna. Qui inizia ad utilizzare cocaina. E' meravigliato dalle capacità stimolanti ed analgesiche della sostanza e pensa possa essere un valido sostituto alla morfina. Ne consiglierà l'uso anche all'amico Fleischl che soffriva di nevrite, perchè convinto del fatto che fosse innocua. In questo caso fece un grosso errore e fu sommerso da critiche che lo segnarono particolarmente.

- Lo studio dell'isteria

Freud si interessa dei casi di isteria. Il termine viene dalla parola hystèra - utero ed indicava uno stato della psiche che si manifestava con fenomeni di somatizzazione, con sintomi che si manifestavano su varie parti del corpo. Era ritenuta una malattia organica che  riguardava solo le donne. L'esperto del tempo era Charcot, medico di Parigi che Freud conoscerà grazie ad una borsa di studio. Sempre con Charcot studia il metodo dell'ipnosi, che aveva in parte già conosciuto grazie a Breuer, un medico legato a lui da profonda amicizia e che gli porterà a conoscenza i dettagli del caso di Anna O. Questo caso sarà fondamentale per il suo lavoro successivo.

- Il caso di Anna O. e il metodo catartico 

Anna O. era una donna giovane affetta da una strana forma di isteria che le procurava i seguenti sintomi: paralisi, tosse nervosa, problemi di udito e vista, anoressia, afasia e paura di bere (idrofobia). Freud la sottopose ad ipnosi e scoprì che quando era bambina aveva visto bere in un bicchiere il cane della governante (donna che lei odiava) e la cosa le aveva provocato una forte ripugnanza. L'episodio era stato rimosso da Anna, ma grazie all'ipnosi lo aveva rievocato e superato. L'ipnosi quindi faceva affiorare circostanze della vita delle persone che, per il fatto di essere esternate, si scaricavano delle energie negative accumulate per mancanza di sfogo. Era quindi un metodo che consentiva una catarsi, cioè una liberazione delle energie psichiche e per questo venne definito catartico. Fu proprio grazie a questo approccio che Freud potè verificare la connessione tra sintomi del paziente e alcuni fatti dimenticati della sua vita passata. Da questa scoperta elaborò il concetto di inconscio.

Risultato immagini per catarsi freud


LA VIA DI ACCESSO ALL'INCONSCIO

- I meccanismi di difesa del soggetto

Bildergebnis für freud trattato su isteria Il metodo catartico elaborato da Freud e Breuer apre la strada alla psicanalisi. Il metodo viene usato da Freud non solo per curare i sintomi dell'isteria, ma anche per scoprirne i motivi ed il significato (questo perchè pensa che la malattia si possa curare solo quando le cause più profonde che l'hanno determinata riaffiorano ed il paziente ne è consapevole). Entrambi ipotizzano che le reazioni emotive che nascono da un evento traumatico non riescano ad avere sfogo. Questi impulsi, anche se dimenticati, continuano ad agire producendo sintomi patologici. Per neutralizzare questi sintomi bisogna ricordare il fatto da cui il tutto è scaturito in modo da liberare gli impulsi ad esso legati. Perchè questi eventi sono stati dimenticati? Due sono le ipotesi:
- gli eventi sono stati vissuti dal soggetto in uno stato ipnoide (al limite della coscienza) dovuto a scosse emotive o esaurimento nervoso (tesi preferita da Breuer)
- gli eventi vengono rimossi per la loro natura particolarmente spiacevole. Questo porta alla creazione da parte del soggetto di meccanismi di difesa che causano la rimozione inconsapevole del ricordo perchè ritenuto troppo doloroso (tesi preferita da Freud).
Freud estende l'applicabilità del metodo catartico anche a casi più complessi rispetto all'isteria, come le nevrosi ossessive. La sequenza degli eventi diventa per Freud la seguente:
- il soggetto vive un trauma
- in lui si ha una reazione di difesa che porta a dimenticare il fatto stesso
- non riesce a far defluire la carica emotiva che porta con sè l'evento
- questa energia che non trova sfogo produce sintomi organici nel caso dell'isteria e psichici nel caso delle nevrosi.

- La scoperta della vita inconsapevole del soggetto

Bildergebnis für freud interpretazione dei sogniDa processo di auto-analisi Freud capisce che esistono processi psichici non consapevoli. Da qui nasce la teoria  della rimozione in base alla quale egli sostiene che esistono eventi, pulsioni o tendenze che un individuo desidera cancellare. Per fare questo mette in atto meccanismi di difesa inconsapevoli che portano appunto alla rimozione dell'evento doloroso. Dopo la pubblicazione degli studi sull'isteria esamina se stesso per quattro anni. Da questa analisi Freud mette in luce il ruolo essenziale della sessualità nell'insorgenza della patologia (tesi non condivisa da Breuer più legato alla mentalità dell'epoca, cosa che determinerà la rottura dei rapporti tra i due). Freud aveva constatato che, nei casi da lui esaminati con il metodo catartico, i fatti dimenticati erano spesso legati alla sfera erotica. Freud propendeva per l'ipotesi che l'evento traumatico originasse addirittura da una aggressione sessuale subita o fatta nell'infanzia. In realtà arrivò successivamente a considerare che esiste nei bambini una natura immaginaria delle cose che si può far risalire alla sessualità infantile. Quindi fantasia e realtá potevano intrecciarsi. L'autoanalisi che Freud fece portò alla stesura de "L'interpretazione dei sogni" (1900). E' il capolavoro di Freud e uno dei libri fondamentali per la nascita della psicanalisi.

- Il significato dei sogni

Freud individua la strada per accedere al mondo inconsapevole della vita psichica che comincia a chiamare inconscio. Questa strada è rappresentata dai sogni. Nel passato i sogni erano presagi di eventi futuri. Per Freud i sogni sono sintomi di qualcosa e non riguardano il futuro ma il passato. Per Freud il sogno è l'espressione di un desiderio. Il problema é che durante il sogno i desideri vengono camuffati. Quando sogniamo creiamo immagini che, come le opere d'arte, devono essere interpretate. 

- Il meccanismo di elaborazione dei sogni

Ci sono due livelli di significato del sogno:
- il primo e più immediato è costituito dalla scena del sogno così come viene vissuta (contenuto manifesto)
- il secondo è nascosto e fa riferimento alle tendenze, idee e desideri inconsci che, "travestite", si esprimono attraverso il sogno (contenuto latente).
Il contenuto manifesto trae le immagini da avvenimenti della nostra vita recente, mentre il contenuto latente è nascosto e risale al tempo lontano (ad esempio la prima infanzia). Quindi nel sogno ci sono elementi che tendono a rivelarsi ed altri che si nascondono. Il sogno è il risultato dell'equilibrio tra queste due forze. Il problema è che, per accedere al contenuto latente, bisogna abbattere le barriere e le difese della psiche; e questo è proprio il ruolo dell'analista. Il sogno è per Freud il sintomo di desideri non realizzati. Si tratta di desideri rimossi, cioè ricordi, tendenze o pulsioni respinti dalla coscienza perchè il soggetto li considera immorali (spesso attinenti alla sessualità). Nei sogni i desideri non vengono espressi direttamente, ma attraverso forme allusive e simboliche. I sogni devono essere sottoposti ad un trattamento deformante che Freud definisce "lavoro onirico". Nell'elaborazione dei sogni vengono utilizzati:
- la drammatizzazione cioè la conversione del pensiero astratto in scene concrete da cui sono esclusi i nessi logici che caratterizzano il ragionamento (ad esempio i nessi di non contraddizione, di opposizione ecc.)
- la condensazione per cui un elemento viene ad acquistare, oltre al proprio significato, anche un significato ulteriore
- la sovradeterminazione grazie a cui un elemento della scena si trova a corrispondere a più elementi del contenuto latente
- la dispersione per cui un elemento latente può essere ripetuto nella scena manifesta più volte in forme diverse
- lo spostamento per cui l'attenzione viene trasferita dall'elemento principale ad altri secondari per depistare la coscienza. 
Comprendere tutto questo non é semplice, bisogna cercare le connessioni tra il sogno e gli elementi rimossi.

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- La Psicopatologia della vita quotidiana


 L'autoanalisi di Freud approfondisce i meccanismi della memoria e scopre che le stesse forze operanti nei sintomi patologici e nei sogni si riscontrano anche in altri fenomeni della vita psichica: 
- i lapsus (errori involontari nel parlare o scrivere) 
- gli  atti mancanti (amnesie, dimenticanze, falsi ricordi e disattenzioni varie).
Le persone valutano queste cose come insignificanti, in realtà, secondo Freud, sono segnali importanti di un conflitto interiore, dovuto alla rimozione di eventi spiacevoli o inaccettabili. Nell'opera "Psicopatologia della vita quotidiana" (1901) Freud individua due fattori:
Bildergebnis für freud psicopatologia della vita quotidiana- l'intenzione consapevole (le parole che stiamo pronunciando o l'azione che stiamo per compiere che risulteranno alterate)
-  la tendenza inconscia che agisce sull'intenzione cosciente e la turba.
Anche il comportamento "vigile" cioé cosciente può contenere elementi rivelatori da non trascurare. Ad esempio se un uomo, ad una assemblea burrascosa, dice ci battiamo invece che c'imbattiamo ha un significato. Freud conclude che l'origine dei lapsus e di altro errori é da ricondurre a cause inconsce. Negli atti mancanti, si tratta di errori nelle azioni e nel linguaggio che si compiono per l'intervento di una tendenza inconsapevole che turba il nostro normale comportamento. Come i sogni, anche i lapsus e le altre disattenzioni devono essere valutate come spie di una energia psichica nascosta della nostra coscienza.


LA COMPLESSITÀ DELLA MENTE UMANA E LE NEVROSI

- Le zone della psiche umana 

Per Freud la psiche umana è un'unità, ma presenta al suo interno "luoghi" o "zone" distinte. La  coscienza costituisce, una piccola parte della sfera psichica dell'uomo. La si può paragonare alla punta di un iceberg che affiora dall'acqua. E' la parte consapevole della nostra personalità che ci pone in contatto con il mondo esterno. Al di sotto della soglia di consapevolezza c'è l'inconscio nel quale abbiamo confinato ricordi, desideri ed impulsi (la maggioranza dei quali di natura sessuale) che dovevamo dimenticare perchè sconvenienti o immorali. Esiste poi il preconscio che si riferisce ai contenuti psichici latenti, cioè non presenti alla coscienza, ma che possono diventare consapevoli in qualsiasi momento. La differenza tra l'inconscio e il preconscio sta nel fatto che nel primo ci sono gli elementi psichici che sono stati rimossi in modo permanente, a meno che qualcosa non subentri (come ad esempio durante la terapia psicoanalitica) per cancellare la rimozione; nel secondo ci sono elementi dimenticati momentaneamente.

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- Le due topiche freudiane

La teoria che individua nella psiche umana tre luoghi differenti (la coscienza, l'inconscio e il preconscio) é nota come "prima topica" . Dal 1923 con la pubblicazione L'Io e l'Es Freud sviluppa una "seconda topica", un diverso modello della psiche, che spiega in modo più adeguato le interazioni tra le varie componenti, come ad esempio la rimozione e la censura che sembrano appartenere al sistema preconscio-cosciente (forma di repressione) e al sistema inconscio (la rimozione vera e propria). La prima topica partiva da considerazioni descrittive e distingueva zone, luoghi o sistemi; la seconda individua istanze e funzioni e tiene conto delle relazioni tra il livello psichico e quello somatico.

- La seconda topica: le istanze della psiche 

La seconda topica distingue la psiche umana in Es, Io e Super-Io. 
- Es rappresenta la vita pulsionale, quella che Freud definisce "un calderone di impulsi ribollenti". E' un livello che, proprio per il suo carattere inconscio, è in qualche modo estraneo all'Io. E' impersonale ma influenza la vita consapevole. Non conosce il bene o il male, ma asseconda la tendenza dell'uomo a soddisfare i bisogni e i desideri. E' fondamentalmente inconscio.
- Super - Io  è la coscienza morale, cioé l'insieme dei divieti che ci sono stati impartiti dai genitori o dal mondo circostante e che abbiamo assunto come modelli di comportamento. E' in parte inconscia ,perchè alcuni elementi che la compongono derivano da processi di cui non siamo consapevoli ed in parte cosciente, perchè rappresenta un modello che l'Io ha davanti a sè.
- Io rappresenta la parte organizzata della psiche che ha il compito di sintesi tra le due altre componenti della personalità. Dall'Io dipende la sfera delle azioni e quindi l'Es deve sottostare alla sua opera di filtro. Ha alcuni aspetti inconsci come quelli che creano il meccanismo della censura. 
L'Io secondo Freud deve fare i conti con tre severi padroni: l'Es , il Super - Io ed il mondo esterno. L'Io può reagire a questa situazione sviluppando angoscia.


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- La formazione delle nevrosi  

Questa struttura conflittuale della psiche da origine alla formazione delle nevrosi. L'Io pressato dall'Es, Super - Io e realtà esterna, non sempre riesce a mantenere l'equilibrio. La nevrosi è uno dei pricipali squilibri o disturbi della psiche. Per Freud non esiste una barriera invalicabile  tra psiche sana e nevrotica. Anche nell'individuo normale i tre elementi attaccano l'Io, quindi il confine tra normalità e patologia è molto sottile. Un individuo è normale quando riesce a gestire le spinte contradditorie che ci sono in lui, cioè quando riesce a soddisfare l'Es senza andare contro alle norme del Super - Io. Se l'Es è troppo forte e il Super - Io troppo debole, l'uomo non raggiunge l'equilibrio e sviluppa comportamenti immorali. Al contrario, se il Super - Io è troppo forte, le richieste dell'Es sono confinate all'inconscio  e generano nevrosi. I sintomi nella persona sono segnali della presenza di un conflitto. Il sintomo è il risultato di un compromesso tra le istanze che agiscono nella psiche.

- Il metodo delle libere associazioni  

Bildergebnis für freud metodo libere associazioniUno dei processi fondamentali, utilizzato da Freud per interpretare l'inconscio, è quello delle libere associazioni. Il paziente è invitato a raccontare tutto quello che gli viene in mente in relazione agli elementi del sogno, del lapsus, degli atti mancanti e dei sintomi. Tali elementi vengono isolati e scorporati dal racconto per sottrarli alla logica razionale. Il soggetto deve lasciar correre le immagine ed abbandonarsi alle associazioni mentali che sfiorano la coscienza. Il terapeuta ha il compito di innescare il processo ideativo offrendo spunti al paziente per partire con il racconto. Cosi si eludono le difese dell'Io, in modo da avere accesso alle regioni nascoste dell'inconscio, senza le minacce punitive del Super - Io. Freud sostiene che le forze che hanno determinato la segregazione dei ricordi spiacevoli sono anche la causa della resistenza del paziente alla cura. Egli ha un inconsapevole desiderio di oblio nei confronti di quei ricordi che creano sofferenze. L'obbiettivo del terapeuta è forzare questa resistenza. Una volta che questa resistenza viene superata, il flusso delle associazioni è attratto dagli elementi rimossi (questi sono dotati di una grande valenza emotiva e formano come un polo di attrazione).

- La terapia psicoanalitica

L'attività di interpretazione si avvale dei racconti del paziente relativi alle sue esperienze affettive, sociali, intellettuali, ma soprattutto di ciò che egli non dice, dei vuoti, delle lacune, delle incertezze . La materia su cui si sviluppa l'analisi è prevalentemente linguistica (si lavora sulle parole ed i discorsi del paziente), ma l'analista considera anche le sue difficoltà nelle relazioni, la postura, la mimica, la gestualità, cioè tutte le espressioni della persona. Si tratta di una attività impegnativa. Si viene a stabilire un patto tra medico e paziente. Il medico manterrà il segreto su quanto detto e il paziente sarà sincero. Questa iterazione positiva viene definita trasfert (traslazione affettiva). Il nevrotico è sempre carente a livello affettivo e dopo le prime sedute acquista fiducia nel proprio medico, tanto da avere verso di lui un trasporto emotivo che in qualche modo ricorda quello provato nell'infanzia con i genitori.

LA TEORIA DELLA SESSUALITÀ

- L'innovativa concezione dell'istinto sessuale  

Alla base della teoria di Freud sulle nevrosi e sui conflitti psichici, ci sono pulsioni che hanno carattere per la maggior parte erotico. L'idea di Freud era rivoluzionaria perchè basata sulla convinzione che la sessualità non vada ristretta ai soli rapporti tra adulti, ma che coinvolga anche la sfera dell'infanzia. Il concetto di sessualità si allarga e arriva a ricomprendere impulsi ed istinti che fanno riferimento all'autoconservazione e alla soddisfazione immediata del bisogno. Quindi la sessualità è la molla dell'azione umana. Freud afferma che l'istinto sessuale non è univocamente determinato ed è un insieme di pulsioni che ha caratteri specifici e che tende al piacere e alla soddisfazione, indipendentemente dall'oggetto o dal fine a cui è rivolto. La pulsione sessuale è una forza autonoma e originaria che può essere indirizzata, nel corso della vita, verso diversi oggetti e finalità, fino a fissarsi, nella pubertà, su quelli definiti normali. Qualsiasi variazione rispetto alla norma è dovuta al fatto che l'istinto può essere spinto a rivolgersi a un oggetto differente e sostitutivo (ad esempio un individuo dello stesso sesso nel caso della omosessualità) per motivi di carattere esterno o per ragioni psichiche particolari. 

- Il concetto di libido 

Questa concezione dell'istinto sessuale permette a Freud di collegare tre ambiti:
- la sessualità normale
- la perversione
- le nevrosi
Le persone entrano in uno di questi ambiti a seconda dell'evoluzione dell'istinto sessuale che può trovare o meno condizioni che ne modificano l'evoluzione. A questo proposito Freud parla di libido  definendola un'energia specifica che può subire variazioni nei diversi momenti dello sviluppo e che può`indirizzarsi verso oggetti o finalità differenti. Considerare l'istinto sessuale come "energia di sviluppo" getta una luce diversa sul periodo dell'infanzia e su un argomento fino ad ora inesplorato: la sessualità dei bambini. Anche nell'infanzia ci sono pulsioni erotiche che vengono espresse nel bambino con gesti semplici ed istintivi come la suzione del seno.

- La teoria della sessualità infantile  

Freud definì il bambino un essere "perverso polimorfo". E' perverso perchè la sua pulsione sessuale non tende alla procreazione ne al soddisfacimento della genitalità come negli adulti (e come riteneva la psicologia tradizionale). Il neonato prova piacere erotico nella suzione e nel contatto con il corpo materno. Questo rappresenta una perversione rispetto al fine che la psicologia tradizionale considerava connaturato nell'istinto sessuale. Il polimorfismo si riferisce al fatto che, nei primi anni di vita, il bambino prova piacere attraverso varie parti del corpo che corrispondono a diverse tappe dello sviluppo:
- la fase orale in cui il piacere è rappresentato dalla suzione e la zona erogena è la bocca;
- la fase anale (da 1 a 3 anni) in cui la zona erogena è l'ano connessa alle funzioni corporali;
- la fase genitale (inizia alla fine dei 3 anni)  la cui zona erogena è rappresentata dai genitali. Questa fase è a sua volta suddivisa in:
-  fase fallica in cui il bambino scopre di avere il pene (la bambina è a conoscenza della sua esistenza). Il pene è oggetto di attrazione ma causa anche una paura relativa alla sua perdita (complesso di castrazione). Anche la bambina subisce un processo di castrazione in quanto è attratta dal pene del maschio (prova invidia) e vive la sua mancanza come una colpa. Segue poi un periodo che va dai  5-6 anni fino alla pubertà ,detto di latenza in cui si ha una inibizione della sessualità.
- fase genitale in senso stretto in cui il primato erogeno spetta alla sfera genitale e che riesplode in modo netto nella pubertà.

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- Il complesso di Edipo

Risultato immagini per freud complesso di edipoCon questa definizione Freud indica il particolare sentimento che lega il bambino ai suoi genitori. Si manifesta nella fase fallica (3-5anni) ed è un attaccamento erotico del bambino verso il genitore di sesso opposto. Il maschio ha sentimenti ostili verso il padre perchè vuole avere la madre tutta per sè, la femmina invece sarà attratta dal padre. Freud sottolinea come questi attaccamenti siano spesso incoraggiati dai genitori. Il nome è stato ispirato dalla tragedia Edipo Re in cui l'eroe greco sposa la madre ed uccide il padre. Ogni uomo deve superare questo complesso per poter maturare. Potrà così raggiungere uno stato adulto ed una sessualità consapevole. Deve avvenire quindi uno spostamento verso una meta esterna dell'attrazione nei confronti del genitore di sesso opposto e la riconciliazione con l'altro.

L'ORIGINE DELLA SOCIETÀ E DELLA MORALE

- Totem e tabù  

Risultato immagini per freud totem and tabooLe ultime opere di Freud ("L'avvenire di un'illusione", "Il disagio della civiltà") sono dedicate allo studio della società, dell'antropologia e della morale. Gli argomenti erano già stati trattati in "Totem e tabù". Egli si focalizza soprattutto sullo studio del totemismo che ricorre in molte popolazioni primitive distanti geograficamente tra loro. In tale organizzazione sociale i componenti della comunità sono divisi in unità definite da un totem (spesso un animale). Il legame totemico si tramanda per via materna. Coloro che appartengono a queste comunità tengono determinati comportamenti come ad esempio evitare di dare la caccia all'animale simbolo o si aspettano protezione ed aiuto. Il legame totemico sembra quasi essere nato per impedire rapporti tra consanguine, perchè era vietato sposare donne dello stesso gruppo totemico. Al totem è legato il concetto di tabù, cioè tutti quegli aspetti che sono ritenuti sacri e proibiti. Se ci sono regole così rigide, questo vuol dire che le pulsioni sottostanti sono molto forti (nel caso dell'incesto sembra sia connaturale agli esseri umani). I totem e i tabù rappresentano pertanto l'origine delle norme sociali, morali e religiose degli uomini.

- La civiltà e il suo fine

Secondo Freud, gli uomini cercano la felicità (assenza dal dolore e soddisfacimento dei bisogni). Le azioni individuali sono mosse dal piacere, cioè dalla tendenza a realizzare immediatamente i propri desideri. Questo principio però si scontra con il principio di realtà che richiede spesso il rinvio dell' appagamento del piacere (attraverso la subordinazione del piacere ad altre azioni, oppure a rinunce di alcune tendenze per soddisfarne altre...). Questo significa fare un esame della realtà, della nostra fragilità, delle forze distruttive della natura e delle esigenze degli altri. Il principio di realtà ci limita e ci procura sofferenze. Quanto più è civilizzata e progredita la società, tanto più saremo condannati alla infelicità, perchè maggiori sono le misure repressive che vengono messe in campo. L'uomo deve vivere in mezzo agli altri, quindi deve frenare le pulsioni. Per arginare le pulsioni, la società si affianca alla figura del padre nell'educazione. Così il Super - Io privato diventa più forte attraverso un "Super - Io sociale.

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