giovedì 17 ottobre 2019

Schelling


L’IDEALISMO ESTETICO DI SCHELLING

L’unità indifferenziata di spirito e natura
A Fichte si collega la riflessione di Friedrich Willhelm Joseph Schelling. Erede della cultura romantica, Schelling fa riferimento alla natura, affermando la sua piena dignità offuscata dal Grande Io di Fichte. Egli assegna alla natura una esistenza autonoma ed indipendente dalla rappresentazione dell’uomo. Non è considerata in funzione dell’Io (cioè come non-Io) né come ostacolo, ma acquista un ruolo centrale. Il principio assoluto è costituito per Schelling dall’unità di spirito e natura. 

Le due direzioni della filosofia
Schelling pone l’accento sull’identità fra natura e spirito. La natura ha in se la tensione tra soggetto ed oggetto, conscio ed inconscio che in Fichte si concretizzava nel conflitto tra l’Io e il non-Io. L’assoluto, cioè Dio (creatore della realtá) non si identifica né con il soggetto né con l’oggetto ma si pone al di là divenendone la comune radice. La filosofia partendo dalla natura giunge allo spirito; e la filosofia dello spirito che, partendo dallo spirito, giunge alla natura.

Natura e spirito come modalità di espressione dell’assoluto





Il fatto che la natura sia un modo di esprimersi dell’assoluto fa si che possa esprimere a tutti i livelli la spiritualità anche se in gradi differenti. La natura è un graduale processo attraverso il quale lo spirito si sviluppa e si rivela. Per giungere alla coscienza di sé l’individuo procede attraverso tre fasi:
1) Procede dalla sensazione che implica la passività del soggetto di fronte ai dati e all’intuizione produttiva in cui il soggetto (attivo e passivo) è capace di superare il limite imposto dai dati oggettivi
2) E’ la fase della riflessione. L’Io si ripiega in se e diventa oggetto di se stesso
3) Fase della volontà in cui il soggetto, distaccandosi dagli oggetti ed agendo indipendentemente da essi, si coglie come volontà e spontaneità. 
E’ come un cerchio, la natura fa emergere la sua spiritualità e lo spirito si riconosce come natura. Questa concezione ha una forte valenza religiosa anche se non si identifica con la concezione cristiana di Dio ma come un principio divino che si auto realizza e si manifesta in tutti i livelli della realtà (naturale e spirituale).

L’arte come supremo organo conoscitivo
Per Schelling lo strumento che può attingere alle profondità originarie della vita e della natura è l’arte.  L’arte è intuizione estetica e può essere la sola attività umana in cui oggetto e soggetto, conscio ed inconscio si fondono. L’artista opera in base alle sue abilità tecniche e scelte consapevoli, ma lavora sotto l’impulso dell’ispirazione che gli fa rappresentare cose che non vede perfettamente ma che hanno un senso infinito. L’arte può pertanto prendere direzioni di senso sconosciute.

Il rapporto tra intuizione artistica e riflessione filosofica
L’ispirazione divina dell’artista lo rende diverso dagli altri uomini e definisce la superiorità dell’arte rispetto alla filosofia. La filosofia genera separazione, analizza gli oggetti mediante la divisione e la distinzione, l’arte invece rivela l’unità ed il senso del reale.

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       Friedrich Willhelm Joseph Schelling (1775-1854)




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